Acqua: così abbondante, così difficile !

Siamo di nuovo in partenza!

Prima del solito in realtà, ma dobbiamo preparare la strada per riprendere le nostre attività dopo l’interruzione forzata a causa dei noti eventi accaduti lo scorso novembre e tante sono le cose da fare e da preparare.

Partiamo prima del previsto, dicevo, e in Tanzania piove ! L’acqua in Africa (in Tanzania) c’è ! e anche tanta.

A Tabora, prima di passare alla coltivazione del tabacco, si facevano (e si fanno ancora) DUE raccolti di riso ! e senza nessuna rete di canali come da noi, tutta acqua che piove dal cielo.
A Iringa, e in particolare sulle nostre montagne, sta piovendo molto, i fiumi e i laghi sono pieni e le strade di montagna, già difficili da percorrere normalmente, sono adesso impraticabili.

Eppure l’accesso all’acqua è ancora una cosa inusuale, difficoltosa, saltuaria, faticosa … non esistono acquedotti, e dove esistono sono ampiamente insufficienti, servono una quota limitata di popolazione (e solo nei centri maggiori, non esiste una rete distributiva diffusa) e la qualità dell’acqua distribuita è decisamente lontana dell’essere potabile.
Non ci sono infrastrutture né per la raccolta, né per la distribuzione, ciascuno si arrangia come può raccogliendola nei modi più disparati e spesso non igienicamente idonei. La distribuzione è affidata ad una miriade di “ciclisti” che con biciclette e tricicli stracarichi ai limiti dell’inverosimile, vanno a riempire le taniche di plastica gialle e poi le consegnano porta a porta (per le forniture più grosse di solo le autocisterne ma le cose non migliorano, per questo, di molto); tutto ciò nelle città e nei villaggi più grandi, mentre se abiti sui monti o in mezzo alle campagne devi partire alla mattina per tornare alla sera, portando sulla testa e a braccia (di solito le donne) le taniche riempite al fiume o al pozzo più vicino (che spesso poi così vicino non è).

L’acqua è vita, e per noi è una cosa naturale e normale, ma in troppe parti del mondo non è così e soprattutto nei posti dove l’acqua c’è e in abbondanza, non è possibile, non è giusto che le persone non vi possano accedere (o lo debbano fare con estrema difficoltà e fatica) perché mancano gli strumenti.

L’acqua è una risorsa, l’acqua è energia.

L’accesso all’acqua e l’accesso all’energia sono i nodi principali per i quali lo sviluppo sociale ed economico deve passare.

Ed è per questo che il nostro progetto idroelettrico integrato “HiProject Madege” (Hydroelectric integrated Project Madege) è importante, fondamentale, per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone e delle famiglie che vivono sulle montagne di Iringa.
L’accesso all’energia è il primo passo per dare l’accesso all’acqua, con l’energia (prodotta in modo ambientalmente sostenibile sfruttando l’acqua del fiume Lukosi) sarà possibile portare l’acqua alle persone in modo da migliorarne le condizioni igieniche e di vita, liberare risorse per la vita quotidiana delle persone e delle famiglie (il tempo che le donne trascorrono per percorrere chilometri a piedi per andare a procurare l’acqua per se e per la famiglia, è tempo sottratto alla famiglia ed ai figli, tempo che potrà essere utilizzato per occuparsi della della vita della famiglia e della propria vita).

Acqua e Pioggia in Tanzania

Temporale lungo la strada da Shinyanga a Mwanza (Tanzania)

Acqua in Tanzania

Specchi di acqua piovana dopo un intenso acquazzone lungo la strada per Mwanza (Tanzania)

HiProject Madege

La diga sul fiume Lukosi nei pressi del Villaggio di Madege sulle montagne delle Iringa Highlands (Tanzania) – SCSFong

La nuova casa per i bambini albini di Tabora

Il progetto “Under the Mango Tree” per la realizzazione della casa di accoglienza per i bambini albini abbandonati di Tabora procede e la costruzione della casa è già alle fasi conclusive !

A Pasqua saranno a Tabora, assieme alla Madre Superiore Generale della Congregazione delle Suore della Provvidenza per l’infanzia Abbandonata di Piacenza (che ha la responsabilità della conduzione del progetto Under the Mango Tree) Suor Carla Rebolini e ad Antonia Bellesia, che sta seguendo ormai da sei mesi la vita della casa di Tabora, anche un gruppo di tecnici, volontarie (Manuela, Benedetta ed Anna), di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere o.n.g. per verificare quanto realizzato con l’aiuto prezioso e professionale dell’Ing. Asghedom Woldeghiorghis Villa che ha seguito i lavori sul posto, e impostare assieme alla Madre Generale ed alle suore, l’avviamento della casa voluta dall’Arcidiocesi di Tabora e dal suo attuale pastore: Mons. Paul R. Ruzoka.

Le nostre volontarie, due architetti (Manuela Negroni e Benedetta Muscari) dello studio Gruppozero:aa che hanno partecipato alla progettazione della casa resteranno a Tabora per tutto il mese di aprile e si occuperanno anche di raccogliere i dati necessari per proseguire il progetto “UtMT” per la realizzazione della Scuola Materna. Saranno accompagnate da Anna Saccone che documenterà il progetto e la vita di Tabora nell’ambito del nostro progetto “documentario” che ha per obiettivo la documentazione delle nostre attività al fine di comunicarle efficacemente al maggior numero di persone possibile per raccogliere nuove risorse (sia umane che economiche) per il sostegno dei nostri progetti.

Se tutto andrà come previsto i bambini si trasferiranno nella nuova casa subito dopo la visita della Madre Generale con la benedizione dell’Arcivescovo di Iringa, mentre l’inaugurazione ufficiale si terrà a Luglio prossimo.

Di seguito alcune immagini recenti che ci sono state mandate da Antonia:

UtMT project Tabora

Hall di ingresso alla casa di accoglienza per i bambini albini abbandonati a Tabora … tra poco sarà popolata e allegra !

UtMT project Tabora

una pausa durante i lavori di completamento della casa di accoglienza per i bambini albini abbandonati a Tabora

UtMT project Tabora

i colori della terra per completare la casa di accoglienza per i bambini albini a Tabora

UtMT project Tabora

La casa di accoglienza per i bambini albini abbandonati di Tabora