Lettera agli amici di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere o.n.g.

Bologna, 20 novembre 2014

Cari amici,

Le emozioni che attraversano la mia mente e il mio cuore nel momento in cui devo scrivere queste righe in prima persona per la prima volta sono molte, contraddittorie e difficili da esprimere.

Ci proverò.

Dopo avere letto per tante volte le “lettere agli amici di Solidarietà” scritte prima da Edgardo e poi da Gianfranco mi sembra incredibile essere ora io nella loro posizione.

Ne sono onorato, e cercherò di essere all’altezza dell’impegno che mi avete chiamato a sostenere.

Non è cosa di poco conto.

L’impegno è grande e grandi le aspettative, cercherò, con il vostro aiuto, di proseguire il cammino di Solidarietà continuando lungo la strada tracciata da Edgardo Monari e proseguita da Gianfranco, confidando nella volontà e nella disponibilità di tanti amici, consapevole che abbiamo preso impegni importanti con persone che hanno chiesto il nostro aiuto.

Gianfranco non smetteva di ricordarmi che la provvidenza provvede per il trenta per cento, al resto dobbiamo provvedere noi.

Edgardo Monari ha lascito tutte le sue risorse per i progetti di Solidarietà e Gianfranco le ha utilizzate per imprimere una grande accelerazione alle nostre attività.

Dal 2007 al 2014 abbiamo completato il progetto Salute mettendo in esercizio il servizio di Tomografia Assiale Computerizzata presso il Bugando Medical Centre di Mwanza intitolato al Professor Edgardo Monari; abbiamo contribuito alla realizzazione della Casa di Accoglienza per i Bambini Albini voluta dall’arcivescovo di Tabora e realizzata con risorse della Congregazione delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Piacenza che accoglie una decina di bambini albini abbandonati di età compresa tra i 4 e i 7 anni e altri ne arriveranno; abbiamo cercato di aiutare, nei limiti delle nostre possibilità le tante persone in difficoltà che vivono dove stiamo operando; il nostro progetto più impegnativo, il Progetto Idroelettrico Integrato “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro” ha visto in questo periodo il completamento dello sbarramento, di quasi tutta la condotta, e della progettazione esecutiva.

Attualmente stiamo completando la parte a valle della condotta forzata, abbiamo cominciato la posa delle prime linee e nei prossimi viaggi cominceremo la realizzazione della centrale.

L’obiettivo è di completare la prima fase dell’impianto entro la fine del 2016.

In questi sette anni il mondo (quindi anche l’Italia e la Tanzania) è radicalmente cambiato, le nostre risorse sono state impiegate e quindi si sono molto ridotte, mentre i costi sono molto aumentati (un dato per tutti: un metro cubo di calcestruzzo in Tanzania costa appena il 20% in meno di ciò che costa in Italia e mentre un operaio guadagna 1/10 rispetto all’Italia, il gasolio costa circa 1 € al litro e un sacco di cemento costa 2 € di più in Tanzania).

I trasporti sono diventati molto più costosi in tutte le varie fasi mentre le difficoltà logistiche non sono diminuite.

In compenso una decina di nuovi amici si è unita a noi e collabora attivamente ai nostri progetti.

Non abbiamo più tutte le risorse necessarie per completare il progetto, le dovremo cercare e probabilmente le troveremo in Tanzania.

Il prossimo anno sarà cruciale per il Progetto Idroelettrico Integrato (che ha preso il nome di HiProject Madege) e considerando che il 90% delle nostre risorse è su questo, sarà un anno cruciale anche per la nostra associazione.

Abbiamo però un grande punto di forza: l’80% del progetto è già stato finanziato e realizzato, e costituisce testimonianza e garanzia della concretezza e della serietà con cui è stato sin qui condotto.

Concretezza e serietà che quest’anno (lo scorso 7 ottobre) sono state ufficialmente riconosciute con l’assegnazione (assieme ad altri quattro progetti in Tanzania) del premio per il concorso : “Power Africa Off Grid Challange” bandito da USAid e sponsorizzato da General Electric.

Il premio (riconosciuto alla Diocesi di Iringa quale titolare del progetto in Tanzania) oltre al riconoscimento del progetto come uno dei più importanti per dare accesso all’energia alle popolazioni rurali della Tanzana, consiste nella copertura dei costi per gli allacciamenti finali delle famiglie, delle piccole attività artigianali ed agricole locali e delle attività pubbliche, alla rete di distribuzione dell’energia.

Il premio ha riconosciuto oltre che i valori intrinsechi del progetto anche quelli di sostenibilità ambientale e sociale.

Il primo obiettivo del prossimo anno sarà proprio quello di cercare le coperture economiche necessarie per il completamento del progetto, sarà l’occasione per cominciare a “passare la mano” e chiamare la Diocesi di Iringa ad un sempre maggiore coinvolgimento sul progetto fino al completo passaggio di consegne non solo di un impianto in grado di promuovere la condizione umana delle persone che potranno accedere all’uso dell’energia, ma anche di un impianto capace di generare le risorse economiche necessarie per garantirne il futuro sostentamento economico in modo autonomo.

Questa era la visione di Edgardo Monari: dare accesso all’energia a tutti gli abitanti di quelle montagne, in modo consapevole, sostenibile e indipendente.

Indipendente anche dal nostro aiuto!

Solo allora potremo essere certi che quelle persone potranno camminare da sole lungo la loro strada, senza dover dipendere da altri, diventando finalmente artefici del loro sviluppo.

Credo che questo sia stato lo spirito di totale gratuità perseguito da Monari.

Ci aspettano quindi mesi difficili ed impegnativi che dovremo affrontare con ridotte risorse economiche in un tempo che non è più indefinito.

L’Africa (e la Tanzania) si sta evolvendo a ritmi sempre più veloci; noi dobbiamo fare ogni sforzo per non perdere il passo.

Alla fine di queste righe, nel ricordare l’esempio grande di Edgardo e di Gianfranco che mi saranno da faro per mantenere la rotta, voglio ringraziare tutti gli amici, italiani e africani, che mi sono stati vicino nei giorni difficili della perdita di mio babbo e che spero continueranno a condividere lo spirito di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere per gli impegni grandi e piccoli che ci aspettano.

L’impegno cui sono stato chiamato è grande ed in parte inevitabilmente ricade anche anche sulle persone che mi sono più vicine e care: Manuela e Sofia che condividono questo impegno.

Ciascuno può esprimere concretamente la propria Solidarietà e Cooperazione in tanti modi diversi e con piccoli gesti che costano poco:

  • partecipare e collaborare alle nostre iniziative e ai nostri progetti;
  • sostenere l’impegno dei volontari in viaggio seguendoli attraverso i nostri canali di comunicazione;
  • condividere e far conoscere ad altri amici la nostra attività;
  • sottoscrivere a favore di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere o.n.g. il contributo del 5 x 1000;
  • accordarci un supporto economico secondo possibilità e coscienza;
  • ricordandoci nelle vostre preghiere quotidiane;

Sono ancora tante le cose che vorrei dirvi, ma non voglio abusare oltre della disponibilità di chi mi ha letto sin qui, spero che ci saranno altre occasioni dove incontravi numerosi e presto.

Sentitevi liberi di contattarmi personalmente per qualsiasi informazione relativa alle nostre attività;

anticipo a tutti voi ed alle vostre famiglie i miei auguri perché possiate trascorrere e festeggiare in serenità la celebrazione del prossimo Natale di Gesù.

Stefano Manservisi

Per contribuire:

– c.c. postale n° 17657404

– IBAN: IT40T0329601601000066331084 (Banca Fideuram)

Beneficiario: Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere o.n.g.

Per contribuire con il 5×1000 indicare il codice fiscale di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere: 03249840376