S. Natale 2020 – Lettera agli Amici di Solidarietà

Bologna 18 dicembre 2020

Cari amici e soci di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere,

è per me complicato raccontarvi in breve questo 2020 che nessuno di noi avrebbe potuto prevedere così difficile.

Prima di tutto permettetemi un ricordo degli amici che ci hanno recentemente lasciato.

Prima l’amico Mario Canali, con noi fin dall’inizio del progetto “Pane, Acqua, salute, Istruzione, Lavoro”. Il suo impegno è stato fondamentale, prima per alleviare la sofferenza del professor Monari quando, già gravemente ammalato, non volle rinunciare alla sua presenza in Tanzania; poi così prezioso nel condurre Gianfranco (e ma) per mano nel difficile avvicendamento alla guida di Solidarietà ed infine nella difficoltosa organizzazione del cantiere.

Poi (solo cronologicamente) Don Tarcisio Nardelli, un altro dei padri che la nostra associazione ha perso in questi ultimi anni, stimolo originario dell’impegno del suo amico Edgardo in Africa, non ha mai smesso di seguire, sostenere ed anche correggere quando ne ravvisò la necessità, il nostro cammino fino all’ultimo incontro in Consiglio poco prima di essere ricoverato.

Recuperare la lucidità necessaria per proseguire il nostro cammino non è stato facile dopo questi duri colpi ma la consapevolezza che certamente ora Don Tarcisio continua a seguirci ed a indicarci il percorso, soprattutto ora che si è riunito ai suoi amici Edgardo, Giovanni e Gianfranco. 

La situazione attuale è ben nota a tutti voi, nonostante ciò siamo riusciti ad andare avanti e compiere alcuni altri “piccoli passi”, come amava dire il Prof. Monari. Cercherò di riassumerli qui di seguito.

Il completamento dell’impianto idroelettrico, vero “motore” del progetto Idroelettrico Integrato “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro” è attualmente dipendente da due fattori imprescindibili: primo, il reperimento, da parte della Diocesi di Iringa (quale ente titolare del progetto in Tanzania), del finanziamento locale necessario al completamento, per il quale necessaria la stipula di un accordo preliminare con il Governo della Tanzania, (poiché in Tanzania la “distribuzione” dell’energia non è completamente libera e deve essere regolata secondo le normative locali); secondo motivo è appunto legato al superamento delle difficoltà burocratiche per arrivare alla firma degli accordi con il governo per il conferimento dell’energia in eccesso alla rete nazionale e per la successiva distribuzione locale secondo accordi specifici.

Manca davvero poco affinché la luce possa essere accesa sulle nostre montagne e le risorse che ne deriveranno possano quindi essere impiegate per ciò cui questo ambizioso progetto mira, ovvero il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie delle persone che vivono su quelle montagne.

Sapevamo anche che proprio questo ultimo passaggio sarebbe stato il più difficile perché non più unicamente legato alla nostra disponibilità e volontà ma caratterizzato dal passaggio di consegne verso la Diocesi di Iringa, ovvero coloro che in effetti saranno i reali beneficiari del progetto. Come è giusto che sia.

Siamo quindi arrivati al momento in cui sarà la Diocesi di Iringa a prendere in carico il progetto per inserirlo nel solco delle leggi e delle normative locali, ruolo guida cui essa era destinata sin dall’inizio e verso il quale noi ora ricopriamo un ruolo prevalentemente di supporto e vigilanza affinché il lavoro sin qui fatto non vada disperso e affinché le risorse che ne deriveranno siano utilizzate secondo la volontà e lo scopo originario del progetto.

Dopo la fatica non solo fisica di questi ultimi mesi sono felice di potervi informare che l’8 dicembre scorso, Padre Luciano Mpoma, per conto della Diocesi di Iringa ha firmato presso la sede governativa di Dodoma la convenzione per la fornitura di energia elettrica alla rete nazionale della Tanzania.

Questo impegno formale dovrebbe mettere finalmente la Diocesi di Iringa in condizioni di ottenere i finanziamenti necessari a commissionare gli ultimi allestimenti in centrale e gli allacciamenti alla rete nazionale per la definitiva messa in esercizio dell’impianto.

C’è ancora molto lavoro da faretre arrivare al traguardo, manca ancora pochi piccoli passi, ma sono i più impegnativi ed arrivano quando inevitabilmente le nostre risorse umane, economiche e anche emotive (consentitemi) sono notevolmente ridotte, proprio perchè le abbiamo investite tutto nel lavoro che ci eravamo impegnati a fare. Ora le nostre competenze si riducono, giustamente, per lasciare il passo a chi sul piano tecnico e burocratico deve farsi carico di avviare e gestire un progetto così impegnativo e complesso, tuttavia noi abbiamo l’onere di affiancare la Diocesi di Iringa proprio in questo ultimo percorso.

Speriamo e ci impegnano affinché, superati i vincoli di questa sciagurata emergenza sanitaria globale e quelli forse ancora più avvilenti (in quanto ancora meno comprensibili a noi) della burocrazia africana, si possa riprendere l’attività, completare il progetto ed accendere la luce.

Padre Luciano Mpoma per la Diocesi di Iringa firma l’accordo per collegare l’impianto di Madge alla rete elettrica Nazionale

Anche il nostro impegno per il sostegno ai bambini albini abbandonati di Tabora, assieme alla Diocesi locale, alle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Picenza (e ora anche di Tabora), alla associazione Progetto Agata Smeralda di Firenze e al Comitato dei genitori della parrocchia St. Mary Mother of God di Cheyo a Tabora, è proseguito durante questo anno con il sostegno tecnico alla costruzione delle prime quattro classi della scuola primaria voluta Diocesi

La scuola, realizzata dalla Parrocchia di Cheyo con fondi provenienti dalla associazione Agata Smeralda, raccolti attraverso la campagna attivata dalla trasmissione televisiva “Le Iene” è ora parte integrante del progetto educativo di inclusione ed educazione alla diversità per il re-inserimento sociale dei bambini albini.

Molte famiglie locali hanno aderito al progetto ed hanno voluto iscrivere i propri figli alla scuola materna delle Suore e alla Scuola Elementare della parrocchia di Cheyo dove frequenteranno assieme ai bambini albini ospiti della casa di accoglienza fornendo quindi contemporaneamente sostegno economico alla conduzione delle due scuole e concretezza al progetto educativo reciproco.

Lo sviluppo economico in Tanzania (che resta purtroppo ai primi posti della graduatoria delle nazioni più povere della terra) pone alcune delle famiglie che hanno la fortuna di avere un lavoro abbastanza stabile per entrambi i genitori, nella necessità di trovare strutture alle quali affidare con fiducia i propri figli e la loro istruzione. La Tanzania, ed in particolare proprio la regione di Tabora, pur avendo nominalmente uno dei tassi di scolarizzazione più alto tra i paesi dell’Africa sub-sahariana, soffre in realtà di una carenza cronica nella qualità dell’istruzione stessa. Proprio all’interno di questa situazione il percorso educativo proposto dalla scuola materna (istituzione attualmente totalmente assente in ambito pubblico in Tanzania) a quella primaria (per ora) dal progetto di Tabora costituiscono una alternativa di eccellenza accessibile a molte famiglie che sono ben felici di affidare a queste istituzione l’educazione dei loro figli.

Il nostro impegno si è poi concretizzando a novembre dando seguito concreto alle risorse che ci sono state affidate da tanti amici durante le attività e gli incontri che abbiamo organizzato dal 2016 ad oggi.

Sono stati raccolti circa 4.500 €uro destinati specificamente per il sostegno dei bambini albini di Tabora e che sono serviti per l’acquisto di un piccolo pulmino da utilizzare come ScuolaBus per venire incontro alle famiglie più lontane ed ai bambini più piccoli e fare in modo che possano raggiungere la scuola materna e la scuola elementare in sicurezza.

Il pulmino usato è stato acquistato direttamente da noi sul posto con l’aiuto del nostro caro amico e prezioso socio in Dar es Salaam, l’Ing. Asghedom Woldeghiorghis che ci segue e ci aiuta sin dall’inizio della nostra attività a Usokami e che di fatto ha diretto la costruzione della casa di Tabora.

Il pulmino è stato acquistato in accordo con la Diocesi di Tabora, con la parrocchia e con le Suore e sarà a servizio sia della scuola materna che della scuola elementare.

Infine due parole sulla nostra associazione. Purtroppo l’emergenza sanitaria in corso ci ha impedito, per obbligo e per opportunità, di ottemperare agli obblighi sociali e di incontrarci per l’assemblea annuale che d’accordo con i consiglieri è stata rimandata alla prima occasione possibile per poterla condurre in presenza e in serenità. Sarà una occasione molto importante per Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere, perché dovremo approvare le variazioni statutarie che assieme ai consiglieri stiamo approntando, per traghettare SCSF all’interno delle nuove regole che ora in Italia governano il “terzo settore” e quindi anche le associazioni di volontariato come la nostra, inoltre sarà anche l’occasione per rinnovare le cariche del consiglio direttivo che sono in scadenza con la fine del 2020.

Il nostro impegno resta immutato nella convinzione che proprio nei momenti difficili la Solidarietà e la Cooperazione siano le uniche risorse che abbiamo per poter proseguire il nostro cammino assieme, a piccoli passi come ci ha insegnato il nostro fondatore Edgardo Monari.

Vi ringrazio per il vostro tempo e per il vostro sostegno, per la attenzione e la disponibilità con le quali ci seguite e dal profondo del cuore faccio a tutti voi, alle vostre famiglie ed alle persone a voi più care i più sentiti e sinceri auguri di Buon Natale, nella speranza che possa portare Pace, Serenità e Salute a tutta la terra e che il prossimo anno possa essere davvero un anno di rinascita e ripartenza, tutti assieme.

AUGURI A TUTTI VOI AMICI DI SOLIDARIETA’!

Stefano Manservisi

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