Lettera agli amici di Solidaretà

Bologna, sabato 10 novembre 2018

Cari amici di Solidarietà,

un altro anno è trascorso; un altro anno impegnativo ma per usare le parole di Edgardo Monari, abbiamo fatto ancora tanti piccoli passi, assieme ai nostri amici.

Il progetto “Under the Mango Tree”, di sostegno alla casa di accoglienza per i bambini albini a Tabora, dopo il completamento della scuola materna è ora in piena attività.

Le Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Piacenza che hanno la responsabilità educativa dei bambini ospiti e l’onere della conduzione del centro, hanno rinnovato la richiesta del nostro aiuto per proseguire il assieme cammino.

Sarà propriamente un cammino di solidarietà verso i più deboli tra i piccoli e di cooperazione tra diverse associazioni, senza frontiere: in Italia oltre alla Congregazione delle Suore della Provvidenza, da Firenze il Progetto Agata Smeralda continuerà a sostenere le spese di vitto, alloggio e sussistenza dei bambini ospiti con progetti di adozione a distanza; SCSF continuerà a dare supporto tecnico e logistico per la conduzione e l’ampliamento delle strutture; in Tanzania la Diocesi di Tabora, cui compete la responsabilità legale del progetto, curerà e seguirà tutti i rapporti con le amministrazioni locali e con il governo della Tanzania, il comitato locale, cui hanno dato vita alcune famiglie della parrocchia, darà sostegno in molti modi diretti e concreti alla conduzione della casa.

Assieme potremo contribuire a restituire ai bambini ospiti della casa l’affetto e le cure cui hanno naturale diritto, educando i loro coetanei meno sfortunati e le loro famiglie alla convivenza ed alla accettazione delle diversità come occasioni di crescita.

In concreto stiamo completando, con il sostegno di quanto raccolto nelle occasioni e negli incontri di Solidarietà realizzati in Italia dal 2017, il progetto per la realizzazione di un piccolo impianto fotovoltaico che servirà ad alleggerire la bolletta della lavanderia di casa, assicurando un livello di cura e di igiene adeguato alle necessità dei bambini, cosa per noi ovvia ma non così scontata e facile da realizzare e mantenere con risorse limitate dove permangono difficoltà di approvvigionamento sia idrico che elettrico.

Il prossimo importante passo per “costruire l’eccellenza per combattere l’ignoranza” sarà la realizzazione della scuola primaria, dove i bambini che ora crescendo ed uscendo dalla materna devono essere avviati presso altri istituti, potranno proseguire nel cammino di istruzione e integrazione iniziato all’ombra del Mango. Siate generosi !

Il progetto idroelettrico integrato Hi Project Madege per dare accesso all’energia alle famiglie delle zone agricole sulle montagne dell’Altopiano di Iringa à finalmente in via di completamento e possiamo sperare concretamente di accendere la luce nella notte africana entro il prossimo anno. E’ prematuro ora parlare di inaugurazione ma sarò felice di poterlo fare presto. Non sono mancate le difficoltà, non solamente economiche ma ciò che speravamo potesse essere ultimato entro il prossimo Natale sarà posticipato solo di pochi mesi. Spesso mi sono sentito ripetere dai nostri amici africani, quando insistentemente cercavo di spronare il mantenimento di impegni e tempi, che se noi (intesi come europei e occidentali più in generale) abbiamo gli orologi, loro (intesi come africani in generale) hanno il Tempo e che non dovevamo essere così “presuntuosi” da voler decide sia come che quando raggiungere gli obiettivi del nostro comune progetto.

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La necessità di dover accettare condizioni differenti da quelle che avevamo immaginato per questo impegnativo ed importante progetto è diventata lezione di umiltà; a volte occorre comprendere che i progetti della provvidenza (o comunque la si voglia chiamare) possono essere differenti, soprattutto quando ci si deve confrontare con cultura, storia, attitudini ed ambienti culturali e naturali diversi dai nostri ma certamente non per questo meno degni di rispetto e considerazione, soprattutto perché non bisogna mai dimenticare che siamo ospiti, certamente fraterni ed amici ma pur sempre ospiti e di questo fare tesoro. Non dobbiamo mai dimenticare che in questa attività è sì fondamentale fare programmi, anche ambiziosi, ma sempre sapendo che dovranno per forza essere rifatti, non di meno ciò è necessario perché altrimenti l’unica certezza a concretizzarsi sarà quella di un probabile fallimento. Specialmente in questo particolare periodo storico dove a casa nostra spesso lo spirito di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere viene confuso con un egoistico plauso ad aiutare gli altri “a casa loro” unicamente per evitare che i loro problemi diventino i nostri e non già come giusta e naturale necessità di dare a tutti, in qualsiasi luogo, le stesse opportunità di sviluppo, benessere, e pace.

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Il mutato clima politico sia in Europa e in Italia, dove si fatica a capire qual strada potrà prendere il cosiddetto “terzo settore”, che in Tanzania, dove pure partendo da sacrosante istanze di lotta alla corruzione si sta purtroppo tornando verso un “dirigismo” che speravamo superato ma del quale temo resti in capo a noi (Europei) una parte di responsabilità se non altro per l’esempio che stiamo dando agli occhi di chi finalmente aveva cominciato a vederci non più solo come speculatori ma come partner per uno sviluppo equo comune e che ora invece si sente respinto e rifiutato.

Anche se il colore politico alla fine è indifferente, il risultato in termini di difficoltà è comunque pesante per la nostra attività in Tanzania: burocrazia, controllo e diffidenza sono tornate a pesare in modo sempre più difficilmente sostenibile, in particolare nel momento in cui le nostre risorse, essendo state spese per arrivare sin qui si stanno assottigliando.

Tuttavia siamo davvero alle battute finali di quello che non è solo il compimento di un progetto ambizioso, faticoso, impegnativo e fondamentale per il miglioramento delle condizioni di vita future delle persone e delle famiglie che abitano nelle zone agricole servite dall’impianto, ma potrà finalmente diventare quel motore capace di dare energia al più ampio ed importante progetto immaginato dalla visionaria lungimiranza di Edgardo Monari e di chi ne ha condiviso idee entusiasmi e sconfitte:

pane, acqua, salute, istruzione e lavoro per tutti.

Quando saremo finalmente “sollevati” dall’impegno per il completamento dell’impianto, potremo dedicarci, se ne verremo richiesti dai nostri amici, a condividere con loro le nostre conoscenze e capacità per migliorare le loro condizioni di vita con più limitati ma concreti progetti per la distribuzione dell’acqua dal bacino ai villaggi, per il miglioramento dell’agricoltura e della alimentazione.

In questa ultima direzione ci stiamo muovendo per cercare altre opportunità delle quali spero potremo rendervi partecipi qualora si concretizzassero nei prossimi mesi.

Un ringraziamento affettuoso e di sincera e fraterna riconoscenza a tutti gli amici che ci hanno concretamente aiutato nel percorso di quest’anno: Marco e Anna che sono ancora in Tanzania da aprile ininterrottamente, senza il cui aiuto nulla di tutto quello che è stato fatto là sarebbe stato possibile, e poi Luciano, Mario, Marisa, Silvia, Manuela, Paolo, Eugenio, Tarcisio, Giuliano, Andrea, Giuseppe e tutti gli altri uno ad uno assieme alle famiglie che sopportano e condividono l’impegno e le assenze dei volontari.

Spero di incontrarvi personalmente numerosi nelle prossime occasioni di incontro, a tutti voi amici i miei sinceri auguri per un sereno completamento dell’anno che ormai sta per finire, nella speranza che il prossimo porti pace e serenità a tutti noi, nello spirito di condivisione e fraternità che ci viene indicato dal Santo Natale che si sta avvicinando.

Continuate a seguirci, a sostenerci e a spronarci, siate solidali e cooperate in tutti i modi che la vostra sensibilità vi suggerisce.

Stefano Manservisi

Notizie dalla Tanzania

Il periodo di cantiere per l’avanzamento dei lavori del Progetto Idroelettrico Integrato (HIproject Madege) sta proseguendo e mentre Anna e Marco sono stati costretti ad un rientro anticipato per gravi motivi familiari, Mario e Giuseppe sono in questi giorni a Dar Es Salaam dove li raggiungeranno il nostro presidente Gianfranco Manservisi assieme ad Andrea Gardini per poi trascorrere assieme l’ultimo periodo in cantiere sul fiume Lukosi.

I lavori nel sito della futura centrale elettrica stanno proseguendo e nonostante il difficile periodo (che risente degli effetti della crisi economica in Italia come in Tanzania), la realizzazione dell’enorme blocco di tenuta in calcestruzzo alla base del salto finale della condotta forzata sta proseguendo con l’aiuto di una sessantina di operai locali che sotto la direzione di Mario, Marco e Giuseppe stanno completando i quasi 50 metri cubi di calcestruzzo che dovranno contrastare la spinta dell’acqua prima che questa entri in centrale per far girare la turbina.

Anche Casa Monari a Maguta (o Manguta come sostiene P. Salvador Del Molino) è sempre mantenuta efficiente ed ospitale dalla sapiente e costante conduzione di Anna assieme alle nostre ragazze: Innocentia e Tafrigia che ormai sanno cucinare meglio di molti di noi.

Il viaggio del residente avrà come obiettivo principale quello di verificare lo stato dei lavori e le problematiche tecniche e logistiche che dovranno essere affrontate durante i cantieri del prossimo anno e di verificare lo stato dei rapporti con gli enti amministrativi e governativi locali in vista del passaggio alla fase di avviamento del progetto.

Attualmente abbiamo in programma di completare le opere edili e la posa della condotta nel 2014 per poter completare l’assemblaggio della centrale e la realizzazione di primi chilometri di linea elettrica nel 2015 ed inaugurare l’impianto l’anno successivo.

Vi terremo aggiornati appena avremo altri aggiornamenti.

Anche il progetto “Under the Mango Tree” di Tabora dove stiamo fornendo assistenza tecnica e logistica per la realizzazione della casa di accoglienza per i bambini albini voluto della Arcidiocesi locale e condotto dalla Congregazione delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Piacenza, sta proseguendo con la direzione dei lavori sul posto dell’Ing. Asghedom Wodeghiorghis secondo il progetto di Gruppozero:aa.

Il primo fabbricato dovrebbe essere coperto entro la fine dell’anno prima delle piogge assieme alla base per i container (che poi saranno utilizzati per realizzare il magazzino) e la nuova torre dell’acqua. Successivamente saranno realizzate finiture ed impianti in modo da poter assemblare l’arredo appena possibile dopo la stagione delle piogge.

Appena sarà possibile reperire i fondi è in programma anche la realizzazione della Piazza Coperta sotto la quale troverà posta il primo nucleo della scuola materna tenuta dalle Suore della Provvidenza.

 

In partenza …

Cari amici,

siamo di nuovo in partenza per la Tanzania:
domani mattina io, Gianfranco e Mario partiremo dall’aeroporto di Bologna alla volta di Dar Es Salaam dove arriveremo alle tre del mattino circa di mercoledì 7 novembre; di li senza sosta, prenderemo il volo per Mwanza assieme all’amico Asghedom.
Arrivati a Mwanza alle 8 circa della mattina sempre di mercoledì, proseguiremo in auto per Tabora (circa 500 km) dove arriveremo la sera stessa.
Ci fermeremo la per incontrare l’Arcivescovo di Tabora e le Suore della Provvidenza per l’Infanzia che sono già sul posto, per cercare di dare l’avvio alla realizzazione della casa per i bambini Albini, dando un supporto tecnico e organizzativo alle Suore (che ne sono prive)
Poi, rientrando verso Dar Es Salaam, faremo sosta un giorno a Mwanza per incontrare il Presidente del Bugando Medical centre e siglare le convenzioni relative al progetto del “Professor Edgardo Monari C.T. Scan Service”  (la TAC) e verificare che tutto stia funzionando conrrettamente.
Di seguito torneremo a Dar dove Gianfranco e Mario si riuniranno ad Andrea, Marco, Giuseppe ed Annamaria che arriveranno dall’Italia il 13 sera e proseguiranno assieme verso Iringa, e Madege per cominciare il III periodo di cantiere del Progetto Idroelettrico Integrato (H.I.Project Madege) con l’biettivo di completare le opere in calcestruzzo per la condotta forzata e predisporre per il completamento dell’ultimo “salto” di 100 metri e per la realizzazione della centrale per l’anno prossimo.
Io dovrò rientrare il giorno stesso per essere a Bologna il 14 novembre, Andrea rientrerà il 30 novembre.
Gianfranco, Mario, Marco, Giuseppe ed Annamaria resteranno per occuparsi dei lavori e degli incontri con le autorità locali fino al 18/20 di dicembre e rientreranno il 22 giusto in tempo per festeggiare il Natale in famiglia.
Io cercherò di tenervi aggiornati attraverso il nostro sito internet http://www.scsf.it/  e attraverso il mio profilo facebook: http://www.facebook.com/stefano.c.manservisi
Seguiteci e sosteneteci in questi impegni.
Stefano Manservisi

Preparativi per i lavori 2012

Il periodo di silenzio trascorso dopo le feste natalizie corrisponde in realtà ad un periodo di grande fermento e di preparazione delle attività che riprenderanno anche in Tanzania alla fine della stagione umida con il primo viaggio del 2012 che partirà alla metà di maggio prossimo.

Come sapete attualmente siamo impegnati su tre fronti principali:

Il primo progetto e più importante, è il Progetto Idroelettrico Integrato H.I. Project Madege (Bread, Water, Heath, Education, Work) “Pane, Acqua, Salute, Istruzione Lavoro” che ci vede impegnati nel completamento della prima parte dell’impianto idroelettrico da 2.4 MW sul fiume Lukosi a 70 km dalla città di Iringa in Tanzania, che permetterà di portare energia elettrica ad un bacino di circa 15 villaggi.
Attualmente stiamo organizzando il viaggio dei nostri amici di Reggio Emilia (Mario, Marco, Giuseppe e Annamaria) che cercheranno di completare assieme ai nostri amici africani (diamo lavoro a circa 40 famiglie locali) i getti dei blocchi di tenuta e di ancoraggio della condotta e di predisporre quanto necessario per la posa dell’ultimo tratto che dovrà arrivare alla base del salto e collegarsi alla biforcazione che suddivide l’alimentazione elle due linee d’asse (turbina – alternatore) previste.
Qui di seguito riporto alcune immagini dei lavori eseguiti nell’ultimo viaggio del 2011 scattate da Giuseppe Tamagnini che testimonionano lo stato di avanzamento dei lavori e l’entità degli stessi



Il secondo progetto è quello ormai “storico” che ha portato alla realizzazione (su nostro progetto e finanziamento) del nuovo padiglione di medicina nucleare che accoglie il servizio di tomografia assiale computerizzata intitolata al Prof. Monari (Professor Edgardo Monari C.T. Scanner Service) presso il Bugando Medical Centre di Mwanza, inaugurato nell’ottobre del 2009 con l’installazione ed il collaudo (ad opera del nostro amico Zelindo Gandini) di una apparecchiatura donataci dall’ospedale di Mirandola.
Come alcuni già sanno questa apparecchiatura, purtroppo, è attualmente fuori servizio a causa dei continui sbalzi di tensione cui è soggetto l’impianto elettrico dell’ospedale che troppo spesso manda in tilt tutte le scarse e datate apparecchiature elettriche di cui è dotato la struttura (comprese quelle delle sale operatorie !).
Con grande sforzo organizzativo e finanziario siamo riusciti a trovare le parti di ricambio che occorrono per la riparazione (già sul posto) ed anche le apparecchiature di protezione (regalateci dalla ditta  Emerson Cloride per l’interessamento del signor Luca Bolelli) che sono ormai giunte al porto di Dar Es Salaam dove aspettano di essere trasportate a Mwanza (sono circa 800 km di strade africane) per poter finalmente rimettere in esercizio questa importante attrezzatura diagnostica della quale il centro medico è attualmente praticamente sprovvisto (dato che la seconda apparecchiatura di questo tipo è fuori uso per gli stessi motivi ma per la cui riparazione non sono attualmente disponibili risorse)
Speriamo con tutto il cuore di potervi informare della rimessa in servizio al più presto!

Il terzo progetto e più recente, è quello per la realizzazione della Good Council Boarding School di Tabora cui abbiamo deciso di dare supporto tecnico – logistico, pur nella limitatezza delle risorse economiche che attualmente non possiamo distrarre dal progetto idroelettrico, e che ci vede impegnati nel sostegno alla realizzazione di un importante iniziativa dell’Arcidiocesi di Tabora  per la costruzione di una casa di accoglienza per 50 bambini albini e down abbandonati e di una scuola materna dove poterli re-inserire assieme ai loro coetanei in una società che impari ad accettarli invece di emarginarli come accade spesso nelle campagne e nei villaggi più lontani ed arretrati dove questi sfortunati bambini sono ancora visti come simbolo di sventura e fatti oggetto di persecuzione (quando non di peggio) per alimentare un criminale commercio di amuleti umani sostenuto da ignoranza e superstizione.

Good Coucil Boarding School in Tabora

Good Coucil Boarding School in Tabora

Da ora in poi troverete gli aggiornamenti di questo progetto direttamente in una pagina espressamente dedicata alla sua realizzazione: http://taborajournal.wordpress.com/
In questo spazio vi informeremo di tutte le iniziative e le attività per la promozione di questo importante progetto.

Bambini … 11 ottobre

Stefano Manservisi

Oggi sveglia ordinaria alle 7, colazione e incontro privato con l’Arcivescovo poi visita alle suore di Madre Teresa dove sono temporaneamente ospitati i bambini albini.

Queste situazioni sono sempre per ne difficili da descrivere, l’emozione è forte, sono tanti 50 bambini … e non è il loro aspetto che mi colpisce ma il loro essere semplicemente … banbini !!! festosi e curiosi … Difficile comprendere l’ignoranza e la superstizione che li colpisce … difficile accettare la propria impotenza … la propria incapacità … e i loro abbracci e il loro correrti in contro … graffia dentro … mi annoda … so che piangere non serve … loro ridono e sono curiosi e felici di vedere facce nuove …

Scatto mal volentieri qualche foto … ma poi vedo che per loro rivedersi e riconoscersi come il un piccolo specchio è una cosa buffa … ridono … sorrido anche io … si accalcano intorno a me per vdere … è quasi un abbraccio … li saluto … mi salutano … quasi rassegnati a veder andare via quelli che vengono a trovarli …

Difficile riprendersi e riacquistare la lucidità necessa per affrontare gli incontri … cerco solo di pensare che è per loro che siamo venuti fino qui.

Sul luogho dove dovrà sorgere la casa per i bambini albini, nella casa delle suore che se ne dovranno occupare incontriamo assieme a monsignore i tecnici delle pubbliche amministrazioni ai quali illustro il progetto nelle sue linee di principio: modularità, semplicità costruttiva, economicità sfruttamento delle risorse rinnovabili locali e nei suoi obbiettivi principali: creare spazi dove i bambini possano sentirsi a casa loro e re-integrarsi con i propri coetanei.

Tutti i presenti mi pare apprezzino la nostra proposta e più che osservazioni vengono fatte proposte e dati suggerimenti in una atmosfera positiva e propositiva.

Concordiamo le priorità operative e dopo un giro esplorativo lungo il perimetro del lotto assegnato ritorniamo alla parrocchia vicina per il pranzo.

Domani il nostro aereo parte all 9:40 da Shinyanga per cui dobbiamo ripartire alle tre per ripercorrere i 200 km di sterrato che ci separano dall’aeroporto, si resta giusto il tempo per una veloce visita in auto al centro di Tabora. In 20 minuti c’è appena il tempo per cogliere delle suggestioni, che sono quelle di una citta viva e movimentata, colorata e vociante, ma in condizioni dei grande povertà ed arretratezza. Non riusciamo neppura ad andare alla Livingstone House che avrei voluto vedere con molto interesse, ma è distante dal centro 7 km di strada bianca e il nostro “driver”, cui siamo stati affidati dall’arcivescovo non vuole rischiare di arrivare a Shinyanga di notte.

Così con un poco di dispiacere per la mancata visita e per il pochissimo tempo a disposizione che non mi è stato sufficiente per completare tutte le cose che avrei dovuto fare ma soddisfatti per gli esiti degli incontri di ieri e di questa mattina carchiamo le valige sulla macchia e ci accingiamo ad affrontare il frullatore!

Arrivimo alle 7 di sera giusto in tempo per cenare approfittando della squisita (anche dal punto di vista culinario) ospitalità dl vescovo locale che è anche il responsabile religioso della Conferenza Episcopale della Tanzania per il Bugando Medical Centre di Mwanza che visitermo domani. Le ragazze e le signore della cucina del vescovo di Shinynga cucinano veramente bene, da segnalare delle piccole frittelline di carne macinata impanate in una pastella croccante e un risotto alla cannella veramente buono.

Salutiamo e ringraziamo per l’ospitalità e ci spostiamo nelle camere dell’ostello locale da poco risistemato dal nostro ineffabile John ch segna un ltro buon colpo!

Domattina sveglia alle 6:30, colazione poi all’aeroporto per Mwanza.

Nuovi orizzonti africani: Tabora Boarding School project

Attualmente il nostro obiettivo principale è il completamento del Progetto Idroelettrico Integrato “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro” con lo scopo di portare energia rinnovabile a basso costo in un comprensorio rurale di una ventina di villaggi attorno a quello di Madege (dove sorgerà l’impianto), sulle Iringa Highlands.

Stiamo perseguendo questo obiettivo con impegno, perseveranza, fatica e anche ostinazione da molti anni, perchè ci hanno chiesto aiuto e noi ci siamo impegnati a darlo. In questa nostra faticosa impresa, che assorbe la maggior parte delle energie della nostra associazione, non abbiamo tuttavia mai ignorato le altre richieste di aiuto che venivano dalle altre realtà locali, grandi o piccole che fossero e abbiamo sempre cercato di dare una risposta positiva, nei limiti delle nostre possibilità e senza mai sottrarre risorse al nostro impegno principale.

Ancora una volta ci è stato chiesto aiuto, una richiesta tanto più pressante ed impossibile da ignorare in quanto proveniente dai più piccoli ed indifesi: i bambini, in particolare i bambini albini e down, ancora più indifesi ed in pericolo perchè esposti alla spesso incolpevole ignoranza e superstizione delle famiglie ed alla criminale avidità di chi sfrutta questa ignoranza e questa superstizione.

La richiesta ci è arrivata per bocca delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata interpellate da Mons. Paul Ruzoka, Arcivescovo di Tabora che si è rivolto a loro per la realizzazione di una casa di accoglienza per i bambini albini che vengono abbandonati al loro difficile (e spesso assai breve) destino dalle famiglie vittime della superstizione o nell’impossibilità di poter difendere il resto del proprio nucleo familiare dalla superstizione altrui.

Il problema dell’albinismo in Africa è complesso ed ha radici lontane ma in sostanza si concretizza nel fatto che queste persone sono da un lato considerate un segno di sventura e dall’altro fonte di talismani. Il destino dei bambini albini, soprattutto nelle aree rurali meno istruite è pressochè segnato dall’abbandono in un ambiente ostile e privo di qualsiasi struttura di accoglienza minimamente adeguata. Abbandonati, hanno pochissime possibilità di sopravvivenza, quand’anche non fossero vittima di chi li vuole trasformare (da morti ma a volte anche uccidendoli) in amuleti. La legge che vieta il commercio di questi amuleti è solo di pochi anno fa, e il primo parlamentare albino è stato eletto nel 2008. Inoltre questi bambini soffrono di diverse disfunzioni alla pelle e agli occhi ed avrebbero bisogno di essere seguiti anche sotto il profilo medico.

Come spesso accade la provvidenza o la fortuna agisce nei modi più strani, e in questo caso l’incontro fortuito tra la direttrice della congregazione delle Suore della Provvidenza e il nostro presidente al Kurasini di Dar Es Salaam ci ha messo in contatto con questa realtà incredibile per mezzo di una richiesta di aiuto cui non possiamo restare indifferenti.

Ci è quindi stato chiesto sostegno tecnico e logistico per la realizzazione di una casa di accoglienza per i bambini albini e down a Tabora, dove per volontà ed impegno dell’Arcivescovo, dovranno essere accolti almeno 50 bambini che si cercherà di reinserire nella vita quotidiana affiancando alla casa di accoglienza una struttura scolastica primaria che educherà gli ospiti della casa di accoglienza assieme ai loro compagni coetanei che non soffrono i loro problemi.

Lo scopo del progetto (denominato Tabora Boarding School) è quindi triplice: 1° sottrarre i questi bambini al loro destino, 2° reintegrarli in nella vita sociale, 3° educare le nuove generazioni all’accoglienza verso queste persone combattendo così ignoranza e superstizione.

TBS project - Residential block

Tabora Boarding School for albino children - Residential block

Dopo diversi contatti preliminari tra il nostro presidente, la direttrice delle Suore della Provvidenza ed alcune sue collaboratrici, volontarie italiane e l’Arcivescovo di Tabora si è deciso di sottoporre alla approvazione del Consiglio Direttivo di SCSFong di una proposta di sostegno al Tabora Boarding School project. Sostegno che è stato accordato dentro i limiti del supporto tecnico logistico alle necessità operative del progetto e che non prevede per ora alcun impegno economico diretto di SCSFong se non per la copertura dei viaggi del nostro personale sul posto (in occasione dei viaggi finalizzati ai nostri progetti principali) ed al supporto logistico per la spedizione in Tanzania di materiali destinati al progetto TBS sui nostri vettori e containers.

Non possiamo pensare di risolvere tutti i problemi della Tanzania o di rispondere con superficialità a qualsiasi richiesta di aiuto ci venga fatta, ne rimarremmo sopraffatti e non riusciremmo a concretizzare nessun aiuto compiuto e reale, non potevamo però restare indifferenti ad una richiesta del genere. La risoluzione del C.D. di SCSFong si è quindi posta nel solco della nostra sensibilità, della nostra storia e dei nostri obiettivi istituzionali, dando corpo a quel “… e oltre” che il Prof Monari indicava nella richiesta fatta agli amici di proseguire per lui l’attività di Solidarietà, sempre senza perdere di vista il nostro obiettivo principale.